Guglie della Vacchereccia Mixed Version.
In questi giorni l’innevamento è talmente abbondante e ancora soffice che è pressoché impossibile arrampicare su ghiaccio e misto, a meno di non scegliere itinerari veramente ripidissimi, con avvicinamenti umani e non esposti al rischio valanghe, proprio come alle Guglie della Vacchereccia.
Tenevo in serbo questa linea proprio per una giornata come questa: neve non ancora trasformata fino a bassa quota, condizioni generalmente sfavorevoli per arrampicare, rischio valanghe, meteo incerto… poco tempo a disposizione…
Il camino che separa la Torre Biforca dalla Torre Cartuccia è evidentissimo e non si può fare a meno di notarlo salendo verso la capanna Garnerone. Già altre volte mi era capitato di vederlo imbiancato, ma mi ero sempre spinto più in alto verso itinerari che svolgendosi a quote superiori promettevano maggiori probabilità di buone condizioni.
Seppure breve, si è rivelato un itinerario molto interessante, tecnico ed estetico. Si arriva sulla vetta di una guglia isolata che è veramente suggestiva in queste condizioni. La roccia è eccellente, la migliore che si possa trovare sulle Apuane, solida, appigliata e molto fessurata.
Avvicinamento
Lungo il sentiero per la Capanna Garnerone, prima di addentrarsi nel bosco di pini e abeti, salire a sinistra verso le evidenti guglie. Con meno neve conviene seguire una traccia di sentiero che dalla Capanna Garnerone porta alle Placche degli Allievi e poi traversare sotto le pareti.
Relazione della via
Presumibilmente abbiamo in parte salito una via classica degli anni sessanta che sale una parte del camino per raggiungere la vetta della Torre Cartuccia. Siccome eravamo in “assetto esplorativo”, abbiamo attaccato molto a destra per poter vedere da vicino altre possibili linee, ma sarebbe più pratico e anche più divertente attaccare sotto la verticale del camino lungo un diedro-goulotte abbastanza interessante (linea rossa nella foto) e attualmente bene innevato (un tiro di 50 metri, a occhio max 75°). Possibilità di sosta su grosso albero.
Con altri 15 metri di pendio si può andare a sostare sulle rocce di sinistra alla base del camino (presente uno spit di una via sportiva), integrabile con un chiodo.
Primo tiro
Il primo tiro del camino è il più impegnativo: dopo qualche metro facile presenta una strozzatura con buoni agganci (1 ch presente), quindi prosegue fin sotto il grande masso incastrato strabiombante che forma una specie di grotta. Una provvidenziale rampetta permette di spostarsi a destra dove è evidente una possibilità di passaggio. Si supera lo strapiombino su ghiaccio/agganci/erba (1 ch. presente prima del passo) e si prosegue su pendenze minori. Si supera un altro saltino, e quindi si può sostare sulle rocce fessurate di sinistra. (20m, M4+?)
Secondo tiro
Si, supera sulle destra il successivo risalto sempre con buone possibilità di protezione e si raggiunge la biforcazione (1 ch presente). Ci si sposta a sinistra su placca delicata, sfruttando provvidenziali agganci su roccia e si entra nel fantastico camino regolare. Le pareti del camino sono fessuratissime e permettono di salire in piolet, ma ovviamente è possibile salire semplicemente in opposizione sfruttano i molteplici appoggi per i ramponi.
Si passa tra due grossi massi incastrati, che formano una specie di tunnel e si arriva alla forcella, dove è presente un altro grosso masso incastrato. Con pochi metri di pendio a sinistra si arriva in vetta. Si può sostare girando un cordino molto lungo intorno alla vetta a mo’ di spuntone. (30m, M4, IV uiaa)
Discesa
Si può scendere rapidamente con due doppie. La prima dall’ultimo masso incastrato del camino dove ora c’è un cordino, facendo attenzione a posizionare le corde in modo che non si incastri il nodo… Con 60 metri abbondanti si arriva al grosso albero.
Con altri 50 metri si arriva al bosco
Condizioni per l’alpinismo invernale
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